Pubblicato il 05/10/2023 | Categoria: Società e Cultura
“Sono trascorsi 37 anni dall’omicidio e 25 dall’inizio della mia attività artistica - continua l’artista -. Dopo la morte, per rispetto, con la famiglia di Claudio abbiamo deciso di non portare in scena la sua storia. Oggi è arrivato il momento. Proprio quest’estate la famiglia mi ha chiesto disponibilità a rappresentarla. E ho accettato. Non senza difficoltà. Perché, tra i protagonisti, ci sono anch’io”,
Lo spettacolo è stato realizzato di concerto con la famiglia Domino. I contenuti sono trattati nel rispetto della verità dei fatti. “Racconteremo quello che un bambino faceva, che tutti conoscevano nel quartiere. Un bambino gioioso, vivace, un bellissimo bambino dai capelli biondi. Ucciso senza un perché”, continua Angelo Sicilia, che rinnova così il suo impegno antimafia.
“Vorrei che questo spettacolo fosse un’occasione per riaprire il caso, che, dopo 37 anni non ha un colpevole. Non c’è giustizia ancora, né verità”, continua Sicilia. L’obiettivo è scardinare ancora una volta quel falso mito della “mafia buona”, che non toccava né i bambini né le donne.
“Diversi pentiti di mafia hanno deviato le indagini parlando di Claudio Domino. Diverse piste per insabbiare la verità e diffamazioni per colpire la famiglia. In questo spettacolo riemerge una ferita ancora aperta. Il sangue di questo bambino scorre ancora in questa terra - conclude Angelo Sicilia -. È una storia che ci ha cambiato la vita e ci ha imposto di scegliere ancora una volta da che parte stare. Dopo Padre Pino Puglisi, che tre anni prima, durante gli esercizi spirituali, ci ripeteva sempre: ‘Scegli ogni giorno da che parte stare’. Con Claudio Domino abbiamo capito ancora di più, il significato di quelle parole”.
Questo spettacolo è il contributo della Compagnia dei Pupi Antimafia di Angelo Sicilia per la verità sulla morte di Claudio Domino. In scena: l’attrice Simona D’Angelo, che farà la voce femminile, e Diego Lo Cicero, 9 anni, promessa del teatro e del cinema siciliano, nel ruolo del bambino Claudio Domino. Lo spettacolo si chiude con un monologo tratto e riadattato dall’Ecuba di Euripide, parole antichissime e attuali, che narrano la sofferenza di una madre davanti al proprio figlio morto.
Questa prima dello spettacolo è riservata agli studenti. Altre tappe sono in programma per le settimane successive.