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8 e 9 giugno elezioni per il nuovo Parlamento europeo: la sfida dell’astensionismo

Pubblicato il 22/05/2024 | Categoria: Quattrocanti Magazine

8 e 9 giugno elezioni per il nuovo Parlamento europeo: la sfida dell’astensionismo
I sondaggisti annunciano che l’8 e il 9 giugno la metà degli italiani non andrà a votare per eleggere i settantasei membri del nuovo Parlamento europeo. Nel nostro Paese l’astensionismo alle elezioni europee è in continuo aumento: dal 14,3% nel 1979 (prime elezioni europee), al 30,9% nel 1999 fino al 42,8% nel 2014 e il 45,5% nel 2019. In quest’ultima tornata, in particolare, a Palermo e Napoli i votanti non superarono il 40%. Le cifre mostrano come la sfiducia verso gli istituti europei sia una patologia dilagante, basti pensare che nel 2019 il tasso di astensionismo nei paesi dell’UE è stato del 41,3%, con la Slovacchia in testa (75,3%) e il Belgio in coda (11,5%). Le cause dell’astensionismo in Italia sono note: i partiti politici appaiono svuotati da ogni elemento ideologico e passionale; i cittadini si sentono traditi e sono convinti che “in Europa il nostro Paese non conti nulla perché il potere decisionale è nelle mani della Germania, della Francia e della grande finanza”; i giovani, infine, non si sentono ascoltati, valorizzati e rappresentati dai politici, ritenuti mediocri e incompetenti. La maggior parte degli astenuti appartiene alle classi sociali più deboli e sono giovanissimi che da poco hanno acquisito il diritto di voto. Si astengono perché, come sostiene la filosofa Valentina Pazè (autrice del libro I non rappresentati), sono convinti dell’inutilità del gesto e non riconoscono ad alcun partito la capacità risolvere il problema delle diseguaglianze. Nel 2022 una commissione di studio promossa dal dipartimento per le riforme istituzionali della Presidenza del Consiglio si è occupata delle cause dell’astensionismo ed ha sancito che la principale risiede proprio nella “sfiducia verso i partiti”. L’errore che la maggior parte dei politici ha sinora commesso è stato, però, quello di minimizzare i dati dell’astensionismo spacciandoli per “non partecipazione qualunquista” laddove è palese che andrebbero interpretati come manifestazione attiva di dissenso. Se nel 2016 il Presidente Mattarella aveva affermato che l’astensionismo è “una ferita della politica”, l’8 e il 9 giugno, se verranno confermati i dati prospettati dai sondaggisti, potremo parlare di crollo della politica e delle democrazie liberali. Vincenzo Tumminello