Pubblicato il 19/01/2025 | Categoria: Trailer Cinema
Angelo Duro fa l'autista di notte raccattando gli adolescenti ubriachi fuori dalle discoteche. La sorella, che non sentiva da anni, una mattina lo chiama per responsabilizzarlo sulla gestione dei genitori anziani di cui lei si è sempre e sola preoccupata. È estate, ha una vacanza programmata e gli implora di darle il cambio. Prima riluttante, Angelo Duro accetterà l'incarico nell'ottica di vendicarsi con loro di tutto quello che gli hanno vietato o costretto di fare da piccolo.
Gennaro Nunziante, il regista dei primi film con Checco Zalone e con Pio e Amedeo, costruisce una cornice da commedia irriverente e paradossale sul personaggio comico, popolare in tv e al teatro, di Angelo Duro.
Ennesimo esperimento di teletrasporto sul grande schermo di un personaggio comico televisivo reso popolare dal programma Le Iene ma anche dall'apparizione, un po' contestata, al Festival di Sanremo 2023. Ma il siciliano Angelo Duro la popolarità se l'è ben costruita e blindata con tour teatrali (a febbraio 2025 arriva il nuovo spettacolo Ho tre belle notizie) che hanno registrato il tutto esaurito e con un rapporto con il pubblico tutto suo, giocato su un personaggio cinico e cattivo (di carattere) che dice le sue battute senza battere mai ciglio sicuramente anche quando indossa gli occhiali da vista scuri. Il dilemma però è sempre quello, come rendere cinematografico l'arco narrativo di uno stand-up comedian che in genere sta da solo su un palco e, per di più, nel caso di Angelo Duro, è praticamente inespressivo? Entra così in gioco Gennaro Nunziante che dà al film una cornice di grande qualità che, a volte, può apparire addirittura sprecata. Il regista dei primi quattro film con Checco Zalone apporta tutta la sua esperienza nella sceneggiatura, scritta insieme al comico, in cui costruisce una situazione da commedia paradossale - un figlio ingrato che si vendica con i genitori anziani di tutto quello che gli hanno negato da piccolo - per cercare di riflettere su alcuni tabù della nostra società. Primo fra tutti quello del "fine vita" dei nostri vecchi affidati, appena possibile, alle Rsa. La coppia dei coniugi anziani, interpretata dal navigato Giorgio Colangeli, qui in una versione sicula che un po' lo limita, e da una strepitosa Matilde Piana che, finalmente, giocando sugli stereotipi della mamma siciliana se ne libera, è infatti il fulcro narrativo sul quale la comicità di Angelo Duro si esprime per tutta la durata del film.