Pubblicato il 18/02/2023 | Categoria: Trailer Cinema
La violenza della guerra ucraina irrompe in un dramma in cui la donna è la vera vittima. Genere Drammatico, durata 100 minuti. Uscita cinema giovedì 23 febbraio 2023 distribuito da Invisible Carpet.
Nel luglio 2014, all'inizio della guerra civile in Ucraina, nella regione di Donec'k, Irka e Tolik stanno per avere il loro primo bambino. La loro casa sorge in mezzo al nulla, nella campagna occupata dalle forze filorusse e già attraversata dai mezzi dell'esercito ribelle. Dopo un bombardamento che distrugge una parete dell'abitazione, la guerra entra nella vita di Irka e Tolik, costretti controvoglia a scegliere da che parte stare. Poco dopo, poi, l'abbattimento lì vicino del volo MH17, diretto da Amsterdam a Kuala Lumpur, stravolge definitivamente le loro vite. Tolik, indeciso e spaventato, spera di sopravvivere senza prendere una decisione, mentre Irka, rabbiosa e fiera, prosegue imperterrita a portare avanti la sua gravidanza.
Il film di Maryna Er Horbac risale all'origine del conflitto indagando il dramma privato di un uomo e di una donna.
La ragione del successo festivaliero di Klondike (titolo evocativo che rimanda a paesaggi selvaggi e infiniti come la sterminata pianura ucraina dove il film è ambientato), presentato al Sundance e alla Berlinale pochi giorni dell'invasione russa dell'Ucraina, sta probabilmente nell'evidenza della sua metafora. Nel film, che si apre su una tranquilla situazione domestica, la guerra sfonda letteralmente il mondo privato della coppia protagonista squarciando il velo del suo isolamento. Niente di più chiaro: dalla carta da parati su cui è raffigurato un tramonto tropicale, si passa al paesaggio aperto della linea dell'orizzonte, ripreso dalla macchina da presa con una panoramica che abbraccia il campo da una parte all'altro dello schermo. Irka e Tolik, marito e moglie, lei bella e fiera, lui fiaccato dall'alcol e dalla debolezza di carattere, parlano continuamente di "quando tutto sarà finito", ma sanno bene entrambi che tutto in realtà sta per cominciare e che nulla tornerà come prima. La tragedia dell'MH17, evento reale che la regista mostra attraverso immagini di repertorio (con i filorussi che frugano fra i rottami stupefatti di aver abbattuto un volo civile) e dettagli (un cadavere, vari rottami, l'arrivo dei genitori di una vittima olandese), ribadisce l'irruzione dell'assurdo e della violenza in un mondo che vorrebbe restare fuori da tutto. L'incongrua presenza dell'aereo dà un senso alla messinscena della giovane regista, che ricorre al formato panoramico, a campi lunghi e lunghissimi (spezzati talvolta da intensi primi piani di Irka), a piani prolungati che mostrano i personaggi muoversi in profondità di campo, quasi sempre usando il buco nella casa di Irka e Tolik come punti di vista privilegiato: visto attraverso uno squarcio gigantesco che cancella la differenza fra dentro e fuori, fra intimità ed esposizione, il mondo rappresentato dal film è come se fosse sovraesposto, messo a nudo, spogliato della sua identità. È la guerra, in definitiva, a operare questa violenza prima di tutto psicologica, costringe uomini e donne a vivere situazioni e a prendere decisioni forzate. La guerra trasforma Tolik in un codardo, Irak in una vittima, i loro vicini in fiancheggiatori, il fratello di Irak in un rabbioso combattente, i filorussi spietati occupanti...