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La scrittrice Dacia Maraini torna a Palermo per presentare il suo ultimo libro

Pubblicato il 30/01/2024 | Categoria: Società e Cultura

La scrittrice Dacia Maraini torna a Palermo per presentare il suo ultimo libro
Dacia Maraini, candidata più volte al Nobel per la letteratura e vincitrice degli autorevoli Premio Campiello (1990 con La lunga vita di Marianna Ucrìa) e Premio Strega (1996 con la raccolta di racconti Buio), in occasione della presentazione del suo ultimo libro Vita mia (Edizione Rizzoli), sarà ospite al Cre.Zi.Plus di Palermo. L'evento organizzato in collaborazione con la libreria Modusvivendi (Via Quintino Sella 79, Palermo) si svolgerà mercoledì 7 febbraio dalle ore 18.30 alle 20.00. Nata a Firenze nel 1936, figlia dell'antropologo, orientalista e scrittore Fosco Maraini e della pittrice palermitana Topazia Alliata, Dacia Maraini è, senza alcun dubbio, una delle scrittrici più celebri e stimate al mondo. In questo ultimo lavoro autobiografico l'autrice racconta la sua detenzione e quella della sua famiglia all'interno del campo di concentramento di Nagoya dove rimasero per due anni, fino alla fine della guerra. Erano stati reclusi perché Fosco e Topazia si erano rifiutati di giurare fedeltà alla “fantomatica” Repubblica di Salò. Un gesto determinato e coraggioso che li portò ad essere considerati nemici dalla propria patria e traditori dal regime giapponese presso il quale Fosco Maraini lavorava in qualità di docente universitario (motivo per il quale già nel 1939 tutta la famiglia si era trasferita prima a Hokkaido poi a Tokyo). Nel campo di prigionia, oltre alla famiglia Maraini, diciotto italiani che avevano rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò, patirono la fame e la sofferenza. Era l'8 settembre 1943 quando i militari irruppero nella casa dei Maraini per condurli al campo di prigionia; Dacia aveva appena sette anni. Tre anni prima, il 27 settembre 1940, a Berlino veniva sottoscritto il Patto Tripartito (conosciuto poi come “Asse”) dal Governo della Germania nazista, dal Regno d'Italia e dall'Impero del Giappone. I primi due articoli riconoscevano all'Italia e alla Germania il compito di stabilire un nuovo ordine in Europa e al Giappone in Asia Orientale. Il racconto di Maraini, attraverso la ricostruzione della violenta e atroce quotidianità della prigionia, vuole spingere il lettore a riflettere sul male, sulla inutilità di ogni forma di violenza, sulla pretesa balorda di dominare gli altri e di imporre la propria ideologia producendo in tal modo dolore e avversione. “Ho avuto molte difficoltà ad affrontare questo argomento doloroso ma ora sento che devo farlo per spiegare come la guerra possa cambiare la vita in un soffio”. In un'intervista di qualche mese addietro, pubblicata da “Wise Incontri”, così l'autrice ribadisce le insidie dei nostri giorni: “Stiamo vivendo un tempo di regressione, quella che precede le guerre. Spero con tutto il cuore che non si tornino a commettere gli stessi errori del passato. Lo spirito di vendetta è sempre stata una ragione di guerra, ma ormai dovremmo avere capito che non serve a niente e ogni vendetta produce altra vendetta, altro odio e altra distruzione.” Ci piace ricordare che, terminata la guerra e la prigionia, la famiglia Maraini  si stabilì in Sicilia, a Bagheria, nella tenuta di  Villa Valguarnera da secoli proprietà della famiglia Alliata. Vincenzo Tumminello