"È passato tanto tempo… troppo. Torno in uno dei miei posti preferiti di sempre. Ci si vede là?" È questo l’annuncio di Fabrizio Miccoli del suo ritorno al Renzo Barbera in occasione della prossima partita contro il Cittadella.
Parole, scritte sui suoi canali social, che hanno suscitato la gioia dei tifosi rosanero e una moltitudine di commenti. L’emozione dei più appassionati tifosi è alle stelle.
Miccoli è, infatti, il miglior marcatore della storia del Palermo, è stato un capitano carismatico, un attaccante capace di ideare giocate talentuose e di segnare gol spettacolari. La sua classe, la sua determinazione, la sua passione per la maglia l’hanno reso un eroe per gli ultras rosanero. Per questo il suo ritorno al Barbera è un evento che va ben oltre la semplice presenza di un ex calciatore: è un'occasione per riabbracciare un pezzo importante e felice della storia del Palermo calcio.
Fabrizio Miccoli ha realizzato ottantuno gol con la maglia del Palermo, diventando così il miglior marcatore della storia del club. Alcuni dei suoi gol sono rimasti indelebili, come il gol da centrocampo contro il Chievo Verona e la tripletta che, nel febbraio del 2012, ha inchiodato l'Inter sul 4-4 casalingo.
Il rapporto tra Miccoli e il popolo rosanero fu gravemente compromesso dal coinvolgimento del calciatore salentino in un caso di estorsione aggravata dal metodo mafioso per il quale fu condannato a tre anni e mezzo con il rito abbreviato. Le intercettazioni sconvolsero i palermitani: il calciatore definiva “fango” il giudice Giovanni Falcone mentre dialogava con Mauro Lauricella, figlio del boss della Kalsa Antonino detto “Scintilluni” (in quel periodo era latitante). Era il 2011. Dieci anni dopo, conclusosi il lungo iter processuale, Miccoli entrò nel carcere di Rovigo per scontare la sua pena. Dopo sei mesi gli fu concessa la misura alternativa dell'affidamento in prova.
Miccoli ha pagato per i suoi errori e più volte ha chiesto scusa mostrando il suo sincero rammarico e rimorso: "Un altro dei miei errori è stato quello di usare delle parole sbagliate, parole che non pensavo e mai penserò. Spesso quando sei al top ti senti invincibile, invece sei solo umano. Ho letto di tutto, ma non ho mai replicato. La pena più grande l’ho scontata in questi dodici anni, ogni giorno, nel vedermi accostato a un qualcosa che non sono e che non mi appartiene”.
I tifosi del Palermo sono convinti del suo pentimento e non vedono l'ora di tributargli l'ovazione che merita. Prepariamoci ad un'atmosfera incandescente!
Vincenzo Tumminello
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