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Quel giorno tu sarai

Pubblicato il 21/01/2022 | Categoria: Trailer Cinema

Quel giorno tu sarai

Piombati nell'inferno concentrazionario tre soldati polacchi provano a lavare l'impossibile. A turno gettano secchi d'acqua sul pavimento, insieme spazzano con vigore le pareti fino a rimuovere dall'intonaco ciocche di capelli intrecciati come un enigma. Poi un grido sorge da quel luogo sotterraneo dove la morte inghiottiva in massa. È il pianto vivo di Eva. Anni dopo, il trauma di quella bambina, sopravvissuta alla Shoah, passa come una maledizione a sua figlia, Lena, che ha un figlio adolescente e una vita senza pace, e poi al nipote, Jonas, che vive con la madre a Berlino e si innamora per scongiurare le aggressioni razziste di un nuovo secolo. Tre esistenze, la stessa famiglia marcata dalla Storia. La nostra epoca ha la cattiva abitudine di ridurre i confini. Sul piano estetico tra fiction e realtà, sul piano etico tra carnefice e vittima, sul piano politico strumentalizzando il "dovere della memoria". Per rispondere a questa mancanza di distinzione, che tutto confonde, il cinema ha distinto tre temporalità possibili che producono altrettanti generi. La prima è quella della Storia, raccontata dai documentari, è il tempo del racconto lineare, dettagliato e pedagogico che sa risalire alle cause immediate e lontane della "lunga durata"; la seconda è quella della fiction, frazionata dal montaggio in flashback e flashforward destinati a formare frammenti narrativi autonomi il cui legame si rivela dopo l'evento; la terza è il tempo pieno e insostituibile dell'esperienza umana concreta, che cogliamo ogni volta che guardiamo e ascoltiamo una testimonianza vissuta. Kornél Mundruczó ricorre alla fiction, che non è meno franca e seria di un documentario. L'impatto cinematografico di una maniera o di un'altra è a misura del talento della personalità che la esprime, Claude Lanzmann, Marguerite Duras, Roberto Benigni. L'efficacità delle loro opere, come del nuovo film di Mundruczó, sta tutta nella loro argomentazione e nella forma che la regge. Quel giorno tu sarai sposa la visione soggettiva della Shoah introducendo la storia individuale in quella collettiva, traducendo un punto di vista, tre punti di vista.

L'autore ungherese fa vivere l'orrore attraverso tre personaggi contemporanei che si battono, ciascuno a suo modo, con un passato difficile da assumere.

I meccanismi di difesa disperata passano per la negazione, per la collera, per la colpa, per la vergogna e i protagonisti ne sono la complessa rappresentazione. Mundruczó evoca l'esperienza concentrazionaria, la incarna in Jonas, in una nuova generazione, per suscitare una proiezione e un'identificazione capace di implicarla. La storia di questo adolescente che eredita con l'identità ebraica della nonna un dramma che non ha mai conosciuto, è un monito a tenere alta la vigilanza su quello che accade ogni giorno nel mondo. Creatrice di immagini, la letteratura ha aperto la via al cinema, documentario o finzionale che sia.