Recensione al volume “Dove gli angeli camminano di notte” di Lucia Lo Bianco
Pubblicato il 05/11/2022 |
Categoria: Società e Cultura
“Dove gli angeli camminano di notte”, edito da Swanbook Edizioni, è il primo romanzo di Lucia Lo Bianco, poetessa e scrittrice. Possiamo affermare che esso sia il naturale proseguimento delle storie al femminile che abbiamo incontrato nella raccolta di racconti “Le donne lo dicono”, precedente pubblicazione dell’autrice. E’ come se tutti gli stati d’animo delle protagoniste si fossero fusi in Beatrice, personaggio principale di questo romanzo. Pur risultando una scrittura che veicola emozioni legate all’universo femminile, “Dove gli angeli camminano di notte” è una lettura per tutti. Infatti, le tematiche trattate, come la violenza e il desiderio di riscatto da un’esistenza di dolore, di privazione e di delusione, sono di grande attualità in un contesto sociale dove le donne, ancora oggi, continuano a faticare per avere i riconoscimenti dovuti. Il volume della Lo Bianco ha il valore della testimonianza, perché la storia di Beatrice, personaggio di fantasia, è anche la storia di tante donne che non hanno voce. La scrittura di Lucia Lo Bianco, scorrevole e ben strutturata, ha il grande merito di coinvolgere il lettore e non è difficile, così, affezionarsi alla protagonista che per una patologia improvvisa si ritrova per un lungo periodo in ospedale. Le giornate di Beatrice passano tra la sofferenza del dolore fisico e l’angoscia per i frequenti flashback del suo passato che le danno l’ulteriore consapevolezza di avere sprecato la propria vita dietro decisioni sbagliate e dietro mortificanti incontri. Come scrive Umberto Galimberti, nel saggio “Le cose dell’amore”, nella relazione con l’altro c’è la possibilità di realizzare il proprio sé profondo… vero, ma ci può anche essere la perdita di sé stessi, come accade alla protagonista della nostra storia. Beatrice, infatti, rinuncia ai suoi progetti per sposare Michele…si era lentamente dimenticata delle sue aspirazioni; la Germania si era ormai dileguata come polvere sollevata da un treno in corsa…
Da quel momento sarà un continuo rincorrere il senso della propria vita, senza però riuscirci. Ed è proprio nelle lunghe notti dell’ospedale, dove il silenzio è accompagnato dal fruscio leggero degli angeli, (il titolo dato al romanzo è un palese omaggio agli operatori sanitari) che la protagonista, partendo dal senso di vuoto e di smarrimento provati, cerca di rimettere insieme i pezzi della sua esistenza, per dare così la giusta collocazione agli eventi dolorosi della sua vita e alle sue relazioni interpersonali. La degenza in ospedale diventa così metafora della preclusione esistenziale alla quale la stessa Beatrice si era prestata, una specie di gabbia che la imprigionava e dalla quale non riusciva ad uscire. Uno sguardo pieno di dolore, oltre la finestra dell’ospedale, le farà percepire la possibilità di uno spiraglio di luce per trovare risposte alle tante scelte sbagliate e per riportarla a quell’amore totale e importante che ogni genitore ha il diritto di vivere con i propri figli. Nelle pagine del romanzo la narrazione scorre fluida e tutto appare ben calibrato. Le sequenze narrative e dialogiche si alternano in modo equilibrato creando un ritmo sostenuto, soprattutto, nella ricostruzione emotiva dei fatti della vita di Beatrice. Usciamo dalla lettura di questo lungo racconto con la tristezza per chi ha pagato, fino in fondo, un prezzo troppo alto per ritrovare sè stessa, ma anche con la speranza, veicolata nel romanzo da Cristina, figlia di Beatrice, che a volte il coraggio può aiutare le donne (e non solo) a dare una svolta positiva e gioiosa alla propria vita. Nel romanzo, che la stessa Lucia Lo Bianco definisce un viaggio di formazione e di crescita, c’è il chiaro e caloroso invito per il lettore a riconoscere sempre il proprio valore e a lottare “per affermare senza reticenze la propria dignità e la propria individualità di persona”.
Giovanna Sciacchitano